Una delle grandi paure che chi di dovere ha messo in circolazione è quella della fuga di capitali all’estero (per esempio nel caso di uscita dell’Italia dall’Euro e ritorno alla Lira).
E’ una scemenza (va di moda “fake news, ma sempre scemenza è) e ora ti spiego perchè.
C’è stato un tempo (fino al 1971) in cui i paesi dovevano avere una riserva di oro pari alla quantità di moneta in circolazione.
A quell’epoca, il concetto di “fuga di capitali all’estero” aveva senso perché se tu compravi un prodotto in paese straniero, ovviamente lo pagavi con la moneta del tuo paese.
A quel punto il fornitore (straniero) che ti aveva venduto quel prodotto poteva presentarsi alla Banca Centrale del tuo paese e dire “voglio una quantità di oro pari alla tua moneta che è in mio possesso”. Dopodiché portava via l’oro con sé e quella era -appunto- la vera fuga dei capitali all’estero.
Ovviamente, ho semplificato, Questa richiesta di oro poteva avvenire non per singolo fornitore, ma su vasta scala cioè quando -per esempio- il paese importava più di quanto esportava (cosiddetto deficit commerciale).
Perché oggi non ha più senso parlare di pericolo di “fuga di capitali all’estero”?
Per il semplice motivo che i tuoi Euro non sono sono nella tua banca, sono presso la BCE (Banca Centrale Europea). Presso la tua banca c’è solo un file su un computer con un numero (i tuoi Euro) e il tuo nome. La tua banca agisce solo come agente della BCE.
Quando paghi il fornitore straniero quel file cambia semplicemente il numero. Anche nella banca del fornitore c’è solo un file su un computer e anche lì semplicemente succede che il computer cambia un numero.
Cambiano i file, sequenze digitali di bit, ma i soldi non si muovono dalla BCE.
In poche parole, con il sistema dei cambi di oggi (cioè senza più lo Standard Aureo), il concetto di “fuga di capitali all’estero” è un’altra baggianata messa in circolazione per tenerci nell’incertezza e nella paura.